Perché Evan Spiegel è il manager più pagato al mondo?

 

Ha fondato Snapchat e l’ha trasformata in una delle aziende di maggior valore al mondo. Così, dopo una IPO di successo, si è premiato con 638 milioni di dollari. Ma nel frattempo la sua app non va a gonfie vele.

Polemica Snapchat-Facebook

Ha fegato Evan Spiegel, il 28enne fondatore di Snapchat. Non ha soltanto creato una delle app più utilizzate al mondo, in particolare negli Stati Uniti, ma aspira a svecchiare un modello di business che lui stesso definisce incancrenito da Google e Facebook, dominatori del mercato pubblicitario digitale. Proprio a Facebook Spiegel ha di recente indirizzato una frecciatina: «Ci hanno copiato in tutto, avrebbero potuto copiarci anche sul fronte della privacy». La dichiarazione arriva dopo le polemiche nate per come Facebook ha ripreso integralmente alcune funzioni sviluppate da Snapchat, come le Storie, e nel pieno dello scandalo sul trattamento dei dati degli utenti legato a Cambridge Analytica.

Un compenso da 638 milioni

Ha fegato, dicevamo, ma anche il denaro non gli manca. Sì perché Evan Spiegel, dopo essersi visto copiare molte delle sue da Mark Zuckerberg, ha trovato come consolarsi: nel 2017 è stato il manager più pagato al mondo. Spiegel, che ha il 48% del potere di voto dell’azienda, si è ridotto il salario base da mezzo milione a un solo dollaro all’anno. Ma si è poi premiato per il successo dell’Ipo dell’azienda – che nel marzo del 2017 ha raccolto 3,4 miliardi di dollari e raggiunto un valore di 24 miliardi di dollari – con un pacchetto di azioni pari al 3% di Snap Inc. (la società proprietaria di Snapchat), per un valore di 637milioni di dollari.

Altre entrate (e un matrimonio folle)

Oltre alle azioni, Spiegel ha incassato anche un compenso straordinario di circa 1 milione e mezzo di dollari per “servizi di sicurezza personale”. Il manager ha già venduto azioni per incassare più o meno 50 milioni di dollari, utili forse a pagare il matrimonio celebrato nel 2017 con Miranda Kerr, una delle modelle più famose del mondo, che quest’anno gli ha da poco dato un figlio.

Ma Snapchat è in difficoltà

Avessero avuto abbastanza potere di voto per contare qualcosa, gli investitori che hanno puntato dall’inizio sull’avventura di Snap a Wall Street sarebbero stati probabilmente meno generosi. L’azienda è ancora molto lontana dalla redditività (nell’ultimo trimestre del 2017 ha speso 646 milioni di dollari per incassarne solo 286) e le azioni in un anno hanno perso più del 40%. In aggiunta, Snapchat ha attraversato una crisi di immagine. A febbraio Kylie Jenner, la sorella di Kim Kardashian, ha spiegato ai suoi 24 milioni di follower su Twitter che non usa più Snapchat, e nel giro di pochi minuti le azioni sono precipitate di quasi il 10%. Dopodiché, a marzo, una pubblicità di pessimo gusto dal claim “preferiresti schiaffeggiare Rihanna o dare un pugno a Chris Brown?” è costata a Snapchat anche l’addio della cantante delle Barbados e un’altra caduta a Wall Street, con 800 milioni di dollari di capitalizzazione bruciati in un giorno solo. Il caso Facebook-Cambridge Analytica, che ha fatto salire il tasso di diffidenza globale verso social network e chat, ha peggiorato ulteriormente la popolarità dell’app creata da Spiegel.

2018-12-13T10:35:11+00:00