Come scegliere il nome di un brand? 3 Semplici Strategie

Nike, Apple, Rolex. E poi Samsung, Adidas, Dior, Audi. Difficile pensare a un mondo senza questi marchi iconici, che hanno fatto la storia dei rispettivi mercati e che, ormai, possono contare su una schiera di fedelissimi clienti. Tutte aziende che hanno basato la loro fortuna sulla qualità dei prodotti, ma anche su brand indovinati, perché capaci di risultare in qualche modo accattivanti e non banali. Adidas, ad esempio, è il frutto dell’unione del soprannome e delle prime tre lettere del cognome del fondatore, Adi Dassler. Il nome Google, invece, ‘deriva’ da googol, ovvero dal numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri, ideale come metafora della vastità del web. Insomma, il nome è il primo biglietto da visita di un’azienda e ‘indovinarlo’ può essere fondamentale. Come scegliere il nome di un brand? Ecco alcuni consigli.

Ecco 3 semplici strategie per scegliere il nome di un brand

CERCA DI DISTINGUERTI – Accade in provincia, ma non solo, di trovare in un settore (pensate ad esempio a officine, pizzerie, saloni di bellezza) diverse aziende che si chiamano nello stesso modo, perché i titolari hanno scelto un nome che risulta funzionale, descrittivo e immediato. Nella scelta di un brand, però, viene invece di solito premiata l’originalità: il consiglio in fase di naming è di fare una ricerca, per togliere dalla lista delle possibilità i brand già esistenti, in modo da distinguersi e ottenere così un vantaggio identificativo cruciale nella promozione futura dell’azienda. Anche perché, tralasciando questo passo, c’è il rischio dopo anni di attività di scoprire che il marchio era già stato registrato da qualcun altro e di dover cambiare nome all’azienda, buttando via anni di duro posizionamento sul mercato.

RIPETILO AD ALTA VOCE – Una delle regole principali di un buon brand naming è la comunicabilità del nome, che deve essere facile da pronunciare e ricordare. Immaginate di dover fare lo spelling a qualcuno che non conosce la vostra azienda: ecco, questo non va bene. Provate a ripeterlo ad alta voce o a scriverlo: se risulta piacevole, chiaro e immediato, allora può andare. Per questo, sono da evitare le sigle, i nomi criptici o troppo eccentrici, termini latini (immediati ma un po’ freddi), così come quelli che possono risultare offensivi o in qualche modo imbarazzanti da pronunciare in una lingua straniera, perché potrebbe limitare l’espansione all’estero dell’azienda. Sì, invece, a nomi brevi, composti da massimo due parole, facili da memorizzare, magari con dei numeri.

NON DESCRIVERE CIO’ CHE OFFRI – Il nome di un’azienda è il suo primo biglietto da visita: deve infatti trasmettere qualcosa ed essere coerente con mission, valori e posizionamento del prodotto. Tuttavia, puntare su un brand eccessivamente descrittivo non è l’ideale. Il nome andrebbe infatti scelto con lungimiranza, pensando all’eventuale evoluzione dell’azienda, che potrebbe in futuro estendere se non cambiare il proprio settore merceologico. Insomma, meglio non inserire nel marchio ciò che vendiamo e/o produciamo.

Abbiamo in qualche modo spiegato come scegliere il nome di un brand: riepilogando, un buon marchio dovrebbe evocare associazioni positive, suggerire benefici ed essere distintivo, in più dovrebbe essere facile da pronunciare e da ricordare.

2019-03-06T13:38:57+00:00